DURC e visura camerale: i “pezzi di carta” che possono salvarti la vita

DURC e visura camerale

Se non ti è chiaro qual è uno dei rischi più grandi che puoi correre quando stai scegliendo l’artigiano o l’impresa che si occuperà della tua ristrutturazione, ti consiglio di andare a leggere quella che io chiamo “la storia dell’orrore”… tenendo a mente che, anche in provincia di Torino, queste storie dal finale tutt’altro che lieto sono più diffuse di quanto non immagini.

DURC e visura camerale: perché richiederle

Magari è successo inavvertitamente, magari fino all’ultimo sei stato convinto di aver valutato con la massima attenzione i canditati alla tua ristrutturazione. Eppure, è proprio adesso che qualcosa può andare storto.

Quello che ti chiedo di fare, giusto prima di dare il via libera ai lavori, è – davvero – un ultimo sforzo.

Prima che la ristrutturazione abbia inizio, è fondamentale richiedere all’artigiano che hai scelto, o al titolare dell’impresa di ristrutturazioni, la documentazione burocratica aggiornata: il DURC e la visura camerale dell’azienda.

Vediamo cosa sono.

Il DURC

Il DURC – Documento Unico di Regolarità Contributiva – va richiesto prima di affidare qualunque lavoro: quindi anche una ristrutturazione.

E’ un documento che attesta che l’impresa è in regola con i pagamenti verso INPS, INAIL e Cassa Edile: cioè è adempiente nei confronti di Stato e dipendenti.

Il DURC testimonia quasi infallibilmente che l’impresa è onesta, gode di buona salute, è seria, ed è degna di ricevere la fiducia che stai per darle.

Inoltre, essere in regola con i pagamenti verso l’erario, per un’azienda, significa avere un flusso di denaro attivo e sufficiente. In pratica, vuol dire che l’impresa non sta lavorando con l’acqua alla gola, e non è quindi costretta a proporti un preventivo stracciato per assicurarsi ad ogni costo il lavoro in gioco.

Ti ricordo che un preventivo stracciato è quasi sempre sinonimo di un lavoro eseguito in fretta o con scarsa professionalità.

Verifica sempre che il DURC non sia scaduto, perché la sua durata è di 120 giorni.

Insomma, con un DURC recente ed in regola puoi dormire sogni abbastanza tranquilli.

La visura camerale

E’ sempre il caso di verificare la validità del numero di partita IVA dell’impresa che hai scelto, e qualche altro dato accessorio. Puoi farlo richiedendo una visura camerale attraverso il portale apposito messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Con la visura (che ti costerà poco più di tre euro) puoi verificare non solo la validità del numero di partita IVA, ma anche quali attività l’impresa è autorizzata a svolgere. E’ fin troppo comune, infatti, che le piccole aziende utilizzino la propria partita IVA come “scudo” sietro al quale eseguire lavori nei quali non sono in realtà esperti. In questa prassi c’è tutta l’arte italiana dell’improvvisazione: ma quando si tratta di un lavoro di ristrutturazione, che tra le altre cose richiede un cospicuo investimento in tempo e denaro, non è certo quello che vogliamo.

La visura camerale ti permette inoltre di verificare l’andamento medio dell’impresa negli ultimi due semestri: quanti dipendenti ha avuto nell’ultimo anno e, quindi, se sta godendo di buona salute.

E se non avessi voglia di verificare i documenti?

Peggio per te, dovrei dirti.

Perché un’azienda che produce documenti falsi ed esegue comunque un lavoro non è necessariamente perseguibile per legge: lo dice una recente sentenza della Cassazione.

Il cittadino quindi non è tenuto a sottoporre a verifica l’onestà di un’impresa di ristrutturazioni. Tuttavia, se vuole tutelarsi – e tutelare il suo investimento sotto forma di immobile ristrutturato – dovrà per forza farlo.

E’ il caso di vincere la pigrizia, allora, richiedere i documenti completi… e verificarli.

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